Ingratitudine degli ateniesi verso Teseo
Atene, patria ingrata a Teseo (da Valerio Massimo)
Questa versione dal latino presenta un testo adatto per il primo anno di studio della lingua latina. La versione è adattata dall'autore Valerio Massimo e ricostruisce un esempio di ingratitudine verso un uomo illustre: Teseo. Il testo è spesso utilizzato nelle versioni di recupero. La traduzione in italiano è letterale. Nella versione troverai il modo indicativo in forma attiva e passiva, l'ablativo assoluto, i participi e i principali pronomi
Detrahe Atheniensibus Thesea: nullae aut non tam clarae Athenae erunt; nam ille in unam urbem contraxit cives suos vicatim dispersos, atque formam et imaginem amplissimae civitatis imposuit populo separatim et agresti more viventi. Idem, vixdum pubescente aetate, Minotaurum vicit et saeva imperia potentissimi regis Minois reppulit; idem effrenatam Thebarum insolentiam domuit; idem opem liberis Herculis praebuit et, quidquid monstri aut sceleris fuit, virtute animi ac robore dexterae comminuit. Hic tamen in exsilium ab Atheniensibus eiectus est, et in insula Scyro e vita excessit.
Togli Teseo agli ateniesi: Atene non sarà nulla o non così celebre; infatti egli riunì in una sola città i suoi concittadini dispersi in villaggi, e impose al popolo che viveva separatamente e secondo l’uso agreste una forma e un’immagine di grandissima civiltà. Lo stesso, appena raggiunta l’età dell’adolescenza, vinse il Minotauro e respinse il crudele dominio del re Minosse; egli stesso domò l’irrefrenabile insolenza dei Tebani; egli stesso offrì aiuto ai figli di Ercole e, qualunque fu di mostro o di sciagura, [lo] annientò con la virtù dell’animo e con la forza della mano destra. Questo allora fu mandato in esilio dagli ateniesi, e se ne andò dalla vita nell’isola di Sciro.